monte marmere

Elenco Vie
VIA LA BEFANA
Primi salitori: Giuseppe e Giuliano Leonardi il 6 gennaio 1995
Sviluppo: 160 metri sino al punto in cui si immette sulla via “Gnaccarini-Bosio”; poi altri 100 metri in comune con quest’ultima
Difficoltà: VI+
L’attacco è in prossimità d’una evidente placca a destra della via “Gnaccarini-Bosio”. Si sale con quattro tiri di corda da 40 metri su placche a buchi (spit e catena alle soste). Con il quinto tiro si raggiunge, nel punto dove è posizionato il libro di via, la “Gnaccarini-Bosio” che si segue sino in vetta.
- Lunghezza: 260 m
- Difficoltà: VI
VIA GIGIAT
Primi salitori: Alberto Damioli in solitaria il 28 dicembre 1996
Ritorno in doppia.
- Lunghezza: 35 m
- Difficoltà: V

VIA YETI
Primi salitori: Alberto Damioli in solitaria il 15 dicembre 1996
Difficoltà: dal III al VI
Interamente protetta a spit, la via, da superare in aderenza, non arriva in vetta; ritorno in doppia.
Da poco sopra il sentiero che arriva dal rifugio Pirlo si attacca una placca dove si trova la scritta con il nome della via e dopo un tratto facile (III) si obliqua a sinistra e poi si continua direttamente (S11, 25 m, VI). Si traversa a sinistra per pochi metri e si prosegue obliquando sempre a sinistra sino ad una cengia erbosa (S2, V+).
- Lunghezza: 60 m
- Difficoltà: VI

VIE ORECCHIE D'ORSO
Primi salitori: Alberto Tonoli e Edoardo Rizza nell’aprile 1999
Difficoltà: VI/A1
I primi salitori hanno trovato, lungo i primi metri del primo tiro, un paio di chiodi a pressione di un probabile precedente tentativo.
Dal Rifugio Pirlo allo Spino ( 1160 m ) si cammina per 40 minuti sul sentiero dell’itinerario 3.18.1 raggiungendo la base della parete dove è scritto il nome della via. Si attacca una bella placca liscia per spostarsi a destra seguendo una scanalatura profonda (S1, 45 m , V-/IV, 3 spit). Si sale una seconda placca per poi piegare a sinistra con ottimi buchi per le dita verso un diedrino puntando ad un muro sulla destra (S2, 35 m , V/IV, 5 spit, 1 chiodo). Si prosegue obliquando a sinistra per un’esile fessura e poi su placca con scarsi appigli (S3, 30 m , VI/A1, 6 spit, usato un cliff dai primi salitori). Si segue una spaccatura per poi puntare diritti ad una lama che si rimonta, tenendone lo spigolo a sinistra (S4, 35 m , VI/A1, 6 spit e 1 chiodo). Discesa: si può continuare per facili roccette sino alla cresta sommitale oppure scendere in doppia lungo la via.
- Lunghezza: 150 m
- Difficoltà: VI
- Materiale: grado in artificiale A1

VIA GALAXIA
Primi salitori: Alberto Tonoli, Roberto Amadori e Edoardo Rizzi nell’aprile 1999
Difficoltà: dal IV+ al VI+
La via si immette, dopo il quarto tiro di corda, sulla “Gnaccarini-Bosio” con la quale si può arrivare in vetta; altrimenti il rientro si effettua in corda doppia lungo la via di salita. Tutte le soste sono ben attrezzate con spit e catena.
Dal Rifugio Pirlo allo Spino ( 1160 m ) si cammina per 40 minuti sul sentiero raggiungendo la base della parete dove è scritto il nome della via.
Si attacca al di sotto d’un grande tetto obliquando a sinistra e raggiungendone l’estremità alta a sinistra (S1, 40 m , IV+). Si prosegue in parete obliquando a destra all’inizio di alcune placche (S2, 30 m , V+). Si piega brevemente a sinistra per risalire il margine d’una placca, superare un piccolo diedro e poi continuare ancora su placca (S3, 40 m , V+). Ancora su placche si obliqua a destra raggiungendo la via “Gnaccarini-Bosio” nel punto dove si trova il libro di via di quest’ultima (S4, 30 m , VI+).
- Lunghezza: 140 m
- Difficoltà: VI

VIA GNACCARINI-BOSIO
Primi salitori: Ernesto Fantini e Giuseppe Leonardi nel giugno 1990
Difficoltà: V-
La via, segnata con bolli rossi, è dedicata a Sesto Gnaccarini Direttore della Scuola di alpinismo della sezione CAI Bozzolo e a Egidio Bosio scomparso presidente della sezione CAI di Salò. La salita segue una via molto logica, lungo un diedro-placca, dove gli ultimi tiri sono disturbati dalla vegetazione tanto che modernamente si preferisce salire solo sino al quinto tiro e poi calarsi in doppia. A metà parete si trova il libro di via, nello stesso punto dove giunge, da destra, la via ” La Befana “
Dal Rifugio Pirlo allo Spino ( 1160 m ) si cammina per 40 minuti sul sentiero dell’itinerario 3.18.1 raggiungendo la base della parete. La via attacca in un diedro inclinato (segni rossi) puntando ad un albero che si aggira a destra utilizzando alcuni spit per la sicurezza ( 30 m , III+ e V). Si prosegue su una bella placca che si supera obliquando prima a destra e poi a sinistra sino ad un altro albero ( 40 m, IV/IV+). Si prosegue sulla placca per una fessurina giungendo poi sotto ad uno strapiombo ( 20 m , IV+). Si sale direttamente lo strapiombo (V-) e si continua (IV+) su una placca ( 25 m ). Ancora su placca, adesso più facile si raggiunge la nicchia dove si trova il libro di via ( 25 m , III). Si prosegue direttamente per altri due facili tiri disturbati dalla vegetazione sino ad un piccolo strapiombo ( 35 m e25 m , II). Superato lo strapiombo si continua per un diedrino ( 30 m , III). Per gli ultimi due tiri di 25 metri su placca si sbuca proprio sotto la croce di vetta (III).
- Lunghezza: 280 m
- Difficoltà: V
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VIA ROGERWAY
Primi salitori: Alberto Tonolini e Roberto Amadori nel marzo 1998
Difficoltà: VI e A0
E una delle vie più frequentate ed apprezzate della parete sud delle Marmere. Tutte le soste sono ben attrezzate con spit e catena.
L’attacco (è scritto sulla roccia il nome della via) si trova alla sinistra della parte più bassa della parete, prima che questa ricominci a salire verso il Buco del Gatto.Si sale per un breve tiro alla base di un diedrino che si supera (S1, 25 m , V-, IV). Si obliqua a sinistra (III) e quindi a destra salendo poi una placca e raggiungendo alcuni alberi (S2, 50 m , III, IV). Si salgono diagonalmente a sinistra alcune placche, si supera uno strapiombo e poi una placca oltre la quale ci si porta sotto un tetto raggiungendo, a destra, la sua estremità più alta (S3, 50 m , V, VI+). Si obliqua a destra, si supera direttamente un tetto ed una placca (VI) raggiungendo (V) alcuni alberi (S4, 50 m , 2 chiodi). Si raggiunge verso sinistra la base d’una placca e la si risale sulla destra puntando verso alcuni alberi; si piega a sinistra e si effettua un pendolo nella stessa direzione riprendendo poi a risalire direttamente una serie di placche (S5, 50 m , V, VI, A0). Si sale direttamente giungendo alla destra di un tetto dove arriva anche la via “Profumo d’Oriente” (S6, 30 m , VI, V) e si spunta in cresta dove, a destra, si raggiunge la vetta.
- Lunghezza: 250 m
- Difficoltà: VI
- Materiale: 2 corde 50 metri ; 10 rinvii friend 2-3

VIA LA DIAGONALE DEI SOGNI
Primi salitori: Alberto Tonoli in solitaria nel novembre 1996
Difficoltà: dal IV al VI+
La via, che si snoda principalmente su placche compatte da superare in aderenza, si ricollega all?ultimo tiro della via “Profumo d’Oriente” ed è una delle arrampicate più frequentate ed apprezzate della parete sud delle Marmere. Le soste sono ben attrezzate con spit e catena.
L’attacco della via è segnato da una freccia e dal nome scritto alla base. Il primo tiro obliqua leggermente a sinistra per poi salire direttamente alla prima sosta (S1, 45 m , V, IV). I tre tiri successivi superano in aderenza una bella e lunga placca compatta (S2, 45 m , V, VI+; S3, 40 m , IV+, 2 chiodi; S4, 40 m , IV, V, 2 chiodi). Ci si porta alla base di un camino che si rimonta direttamente uscendone a destra (S5, 40 m , IV, VI, 2 chiodi). Obliquando a destra (V) ci si porta sulla via “Profumo d’Oriente” con cui si esce in cresta (S6, 20 m , 1 chiodo) da dove si continua a destra sino in vetta.
- Lunghezza: 230 m
- Difficoltà: VI
- Materiale: 2 corde 50 metri ; 8 rinvii

VIA DELLA GOCCIA D'ACQUA
Primi salitori: Renato Cobelli e Silvio Pedretti nel 1977
Tempo di salita: 6 ore
Via storica sul cui tracciato si è progettato di costruire una via ferrata, idea poi abbandonata anche se in loco restano, abbandonati ed arrugginiti, cavi metallici. La via, non più frequentata, sale a piombo dal punto in cui oggi si vede pendere un cavo metallico ed incrocia sia “La diagonale dei Sogni” che, nella parte alta, “Rogerway”, sbucadno sulla cresta.
- Lunghezza: 150 m
- Difficoltà: V
- Materiale: Materiale usato: 12 chiodi tutti lasciati comprese le soste
VIA PROFUMO D'ORIENTE
Primi salitori: Tiberio Quecchia in solitaria il 9 febbraio 1998 in vari giorni di arrampicata (in 2 giorni con Roberto Amadori)
Difficoltà: VII- obbligatorio e A1
(soste attrezzate con fix e catene)
Tempo di salita: ore 3.30/4
E’ stata definita la più bella via in assoluto delle montagne del Garda. Vari passaggi sono stati superati con l’aiuto di piccoli cliff-hanger, con www.tib.it , la via sinora più impegnativa tra quelle aperte su questa parete e supera una serie di grandi muri che obliquano scendendo da sinistra a destra della parete.
Il nome della via è segnato all’attacco. Si sale direttamente (VI-, VI+) per poi superare un muro (S1, 55 m , VII-). Si arriva alla base del muro successivo (VI+) e lo si costeggia alla base verso sinistra per qualche metro; lo si supera (V/VI) e, per un tratto si obliqua a sinistra (S2, 55 m ). Si salgono direttamente alcuni metri (VI+) e si piega a destra alla base d’uno strapiombo che si supera con l’aiuto di alcuni cliff (S3, 30 m , A1). Si arrampica alla sinistra d’un altro tetto che si supera nella sua parte alta a sinistra (V+) piegando poi a destra (S4, 45 m ). si sale obliquando a sinistra tra un boschetto ed un successivo tetto (S5, 60 m , dal V+ al VI). Per roccette (I, II), si raggiunge la cresta ovest e quindi la vetta.
- Lunghezza: 240 m
- Difficoltà: VII

VIA MARIOLINO
Primi salitori: Giuseppe e Giuliano Leonardi nel giugno 1991
E’ conosciuta anche con il nome di “Via dei cremonesi”. Si attacca nella parte sinistra della parete in corrispondenza d’una placca verticale (chiodo). Si sale quindi per un bel diedro di circa 120 metri dopo il quale si traversa verso destra su una fascia strapiombante raggiungendo la cresta ovest da dove si prosegue sino in vetta.
- Lunghezza: 220 m
- Difficoltà: V
VIA WWW.TIB.IT
Primi salitori: Tiberio Quecchia in solitaria in 6 giorni, terminata il 26 dicembre 1998
L’arrampicata è molto delicata e, nell’ultimo tiro, atletica; è con “Profumo d’Oriente”, la via sinora più impegnativa tra quelle aperte su questa parete. Le soste sono completamente attrezzate.
L’attacco si trova appena a sinistra della via “Big Foot”. Si sale ad una piccolissima cengia erbosa per poi rimontare, prima direttamente alcune placche e poi, alla sinistra di queste, entrare in un diedro che si risale sul fondo (S1, 35 m , V-, VI-, IV). Si continua nel diedro e se ne esce alla base d’un tetto che si supera dopo un breve traverso a destra; si continua a sinistra su placche sino alla base d’un altro grande tetto (S2,35 m, V+,V). Ci si tiene alla sinistra di questo per salire poi direttamente su placca alla destra della quale si supera una costola e si arrampica di nuovo su placca (S3, 35 m , V, V+). Si arrampica direttamente in placca uscendo ad un terrazzino (S4, 40 m , VI, VI-). Si piega a destra, si supera una costola, ci si porta alla base d’un tetto; lo si supera,si supera un tetto successivo e si raggiunge l’ultima sosta (S5, 50 m , Vm VI+, VII-, 2 chiodi). Per bosco e facili roccette si raggiunge la cresta ovest e quindi la vetta.
- Lunghezza: 65 m
- Difficoltà: VII

VIA PODAVINI-FUCINA
Primi salitori: Dario Podavini e Pietro Fucina il 1 novembre 1965
Difficoltà: ???
Materiale usato: 12 chiodi tutti lasciati comprese le soste
Tempo di salita: 6 ore
E’ la prima via aperta sulla parete sud delle Marmere e percorre una serie di placche inclinate accanto al marcato diedro che attraversa la parete, sbucando sulla cresta ovest nei pressi della vetta. Non ci sono altre informazioni.
- Lunghezza: 120 m
- Difficoltà:
Informazioni
Indicazioni accesso:
Da Salò o Gardone Riviera si raggiunge la frazione a monte di San Michele. Presso il Ristorante Colomber si può salire a destra e dopo una lunga strada sterrata si raggiunge il parcheggio (zona Pirello). Si prosegue a piedi seguendo le indicazioni per il rifugio Giorgio Pirlo allo Spino da dove si prende il sentiero che scendendo porta al passo del buco del Tedesco. Prima di raggiungerlo, sulla destra ci sono gli attacchi delle vie.
Altrimenti, sempre presso il ristorante Colomber, si prende a sinistra per strada sterrata pianeggiante. Parcheggiata l’auto al termine della strada si imbocca il sentiero 9bis che entra a sinistra in una valletta, sul greto del torrente, abbastanza faticoso che porta ai piedi della parete.
- Falesia: marmere - forametto
- Esposizione: sud-est
- Difficoltà: V/VII
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